Il Decreto Interministeriale 4.2.2015 (Riordino delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria) colloca la Specializzazione in Medicina di Comunità nellArea Medica, Classe della Medicina Clinica Generale (assieme alle Specializzazioni di Medicina Interna, Geriatria, Medicina dello sport, Medicina termale, Oncologia Medica, Medicina di emergenza-urgenza).
Il Decreto traccia per lo Specialista in Medicina di Comunità e Cure Primarie il seguente profilo di apprendimento:
Lo specialista in Medicina di Comunità e Cure Primarie deve avere maturato conoscenze teoriche, scientifiche e professionali nei campi della diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie acute e croniche con particolare riferimento al contesto della rete di Cure Primarie. In particolare lo specialista deve avere sviluppato conoscenze e competenze professionali specifiche della valutazione multidimensionale dei bisogni di salute, della formulazione di piani assistenziali integrati e della stesura di percorsi assistenziali che consentano di garantire la continuità assistenziale tra diversi ambiti di cura, ospedalieri, territoriali e domiciliari e tra diversi servizi e competenze professionali. Sono specifici ambiti di competenza professionale le cure primarie, la medicina generale, la gestione e direzione dei servizi territoriali quali distretti, Servizi/Unità di Cure Primarie e di Medicina di Comunità, case della salute, cure palliative territoriali, strutture residenziali intermedie non ospedaliere, etc. Lo specialista in Medicina di Comunità acquisisce anche specifiche competenze ed esperienze negli interventi di: promozione della salute e prevenzione con approccio comunitario; presa in carico delle persone con patologie croniche e/o disabilitanti in tutte le fasi della malattia comprese le terminali; Reinserimento comunitario delle persone con disabilità; organizzazione, programmazione e valutazione dei servizi sanitari territoriali e dei percorsi assistenziali ospedalieri e territoriali.
La Specializzazione in Medicina di Comunità fornisce pertanto competenze cliniche e gestionali per ricoprire un ruolo di dirigenza medica nelle AFT, Distretti, Dipartimenti, Unità Operative di Cure Primarie.
Secondo una consolidata nozione di Pedagogia Medica il ruolo professionale è costituito da un insieme di funzioni; ogni funzione è caratterizzata da un insieme di compiti ed ogni compito si svolge mediante un insieme di attività o prestazioni.
Tenendo conto dellOrdinamento Didattico della Specializzazione indicato dal MIUR, recepito nellAteneo di Modena-Reggio Emilia da uno specifico Manifesto degli Studi in riferimento al quale sono state indicati i settings formativi e gli Obiettivi formativi si delinea per lo Specialista in Medicina di Comunità un profilo professionale descritto da specifiche Funzioni, Compiti e Attività.
Profilo professionale dello Specialista in Medicina di Comunità.
Profilo professionale dello Specialista (job description)
| Attività cliniche Promozione della salute e prevenzione (individuale e comunitaria) Educazione sanitaria, educazione terapeutica, medicina di iniziativa (prevenzione primaria e delle complicanze) Profilassi vaccinale e farmacologica Diagnosi multidimensionale, cura, riabilitazione, supporto (psicologico, counselling, avvocatura sanitaria) malattie acute e croniche e terminali (cure palliative) urgenze territoriali Redazione di documentazione sanitaria Raccolta di informazioni, compilazione di documenti clinici cartacea ed elettronici
2.Attività gestionali Gestione dellambulatorio Organizzazione delle visite, vaccinazioni, follow-up Coordinamento di team multiprofessionali nei percorsi di cura e assistenza, attivazione delle risorse disponibili nei setting territoriali (percorsi di cura di patologia croniche, assistenza domiciliare e residenziale) nei setting territoriali integrati con lospedale (dimissioni protette) Governo clinico, Pianificazione, Organizzazione, Gestione, Coordinamento, Verifica di: UO complesse: Distretto, Dipartimento di Cure Primarie, Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), UO semplici multiprofessionali: valutative (Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM); assistenziali: Unità Territoriali di Assistenza Primarie (UTAP), Nuclei di Cure Primarie (NCP) Associazioni Funzionali Territoriali (AFT), casa della salute
Attività di Ricerca clinica ed epidemiologica
Attività di Formazione in rete formativa integrata (Università-SSN) Corsi di laurea in Medicina e professioni sanitarie (come Tutor) Scuole di Specializzazione di area sanitaria (come Tutor) Corsi Master, ECM (come Docenti) | Questo profilo professionale comprende attività di General Practitioner (WHO,2004) attività di Family Doctor (WHO,2004) attività gestionali di Cure primarie attività di Direzione di UO semplici e complesse di Cure Primarie
Principi guida di tale profilo sono: centralità di paziente e famiglia, partecipazione di paziente famiglia e comunità, capacità di problem solving e negoziazione, approccio bio-psico-sociale, lavoro in team multiprofessionale , integrazione socio-sanitaria, coordinamento
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Questo profilo professionale risponde ai nuovi orientamenti nazionali e regionali di sviluppo delle Cure Primarie.
Lo Specialista in Medicina di Comunità svolge le sue attività nei confronti di:
Singoli cittadini (sani o con problemi acuti/cronici semplici o complessi) assistiti da MMG e PLS e dai Team multi-interprofessionali di CP per attività di coordinamento dei percorsi di cura e assistenza, di promozione della salute e prevenzione, di diagnosi, cura e supporto
Comunità locali (popolazione di Distretto/Dipartimento/UO di Cure Primarie) per le attività di governo clinico e di promozione della salute e prevenzione collettiva
Per esempio lo Specialista in Medicina di Comunità può svolgere compiti clinici allinterno di equipe valutative territoriali (valutazione dei bisogni e stesura di piani assistenziali individuali), collaborare con i medici di medicina generale, i pediatri di famiglia e le varie professioni sanitarie e socio-assistenziali delle equipe territoriali per coordinare i percorsi di cura e assistenza per i pazienti complessi e garantire presa in carico globale di pazienti complessi nelle strutture territoriali di cure primarie, evitando ricoveri impropri. Può favorire lo sviluppo del welfare di comunità, della medicina di iniziativa, della partecipazione attiva di pazienti, famiglie e comunità nella cura e assistenza.