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Aspetti Culturali

Aspetti culturali della Medicina di Comunità

 

Gli aspetti culturali della Medicina di Comunità emergono dai Documenti dell ’OMS

  1. 1948: Atto costitutivo dell’OMS (Salute multidimensionale)
  2. 1978: Dichiarazione di Alma Ata (Primary Health Care)
  3. 2001: Obiettivi di Salute per tutti nel 2000
  4. 2008: Primary Health Care: now more than ever
  5. 2010: Primary care evaluation tool
  6. 2013: Transforming and Scaling Up health professionals' education and training

Lo specifico culturale della Medicina di Comunità è basato sull'approccio bio-psico-sociale (BPS), un approccio centrato sulla persona, sulle famiglie e sulle comunità che si contrappone al tradizionale approccio bio-medico centrato sulla malattia.

L’approccio BPS comprende attività cliniche (promozione della salute e prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione), assistenziali (assistenza tutelare), organizzative (integrazione, coordinamento) e relazionali (comunicazione, supporto psicologico, counselling) e configura un modello completo di approccio alla salute.

L’approccio BPS richiede specifiche competenze, prodotto di specifici Obiettivi Formativi:  

1. Conoscenze :  il medico deve essere in grado di definire, descrivere e discutere i principi culturali sostenuti dall'OMS nei numerosi documenti di orientamento alle politiche sanitarie dei vari Paesi. Questi principi riguardano:

  • la salute: salute multidimensionale nei suoi aspetti positivi e negativi.
  • le persone e le comunità: centralità della persona, binomio paziente-famiglia, partecipazione di paziente e famiglia, partecipazione comunitaria.
  •   l’offerta dei servizi: accessibilità, accettabilità, tempestività, adeguatezza delle risorse e competenza dei professionisti, affidabilità e appropriatezza  dei processi, comunicazione, continuità di cura e assistenza, integrazione, coordinamento, equità, efficacia, efficienza, globalità, sussidiarietà.
  • i risultati dei servizi: presa in carico globale del paziente.
  •   gli esiti di salute: efficacia per salute, autonomia, qualità di vita, soddisfazione.

2.  Abilità : il medico deve dimostrare di possedere le abilità di effettuare l’approccio bio-psico-sociale al paziente, alla sua famiglia e alle comunità locali nei settings delle Cure Primarie integrate con le cure ospedaliere ed in tutti i suoi settori (promozione della salute e prevenzione delle malattie, diagnosi e cura, riabilitazione). Queste abilità consistono in:

  • Assessment diagnostico della salute multidimensionale. E’ la rilevazione dei bisogni di salute e delle capacità residue dell’individuo.  Partendo dalla definizione di malattia tradizionalmente intesa, vengono identificati i bisogni di salute (menomazioni, limitazioni di attività) e le capacità residue, focalizzando la attenzione sulle ricadute che menomazioni e limitazioni possono avere sul vissuto soggettivo e familiare. L’assessment diagnostico si estende all’ambiente di vita della persona, sia esso familiare, educativo, lavorativo, allo scopo di identificare barriere e risorse che ostacolano o facilitano la realizzazione del massimo potenziale di vita e di salute. L'assessment diagnostico si avvale dello stumento Check-list ICF.
  • Stesura dei piani assistenziali individuali (PAI). E’ la pianificazione del setting assistenziale, delle azioni e delle risorse di cura e assistenza per rispondere ai bisogni di salute dell’individuo considerato nel suo contesto familiare e sociale. L’assessment permette di identificare il profilo di bisogni sanitari e socio-assistenziali della persona ai quali legare una serie articolata di risposte o interventi che, pur centrate nelle dimensioni medica e sanitaria, non si esauriscano con esse, ma le integrano con le altre caratterizzanti la vita di ogni individuo, ovvero la sua dimensione familiare e sociale Infatti molte sono le risposte che possono venire dalla famiglia e dalle comunità locali (volontariato, gruppi di auto-aiuto) ed a cui le istituzioni devono rivolgere attenzione in una ottica di alleanza terapeutica. La stesura del PAI si avvale dello strumento specifico (Scheda PAI).
  • Attivazione della partecipazione di individui, famiglie e comunità. Consiste nella informazione, responsabilizzazione, sostegno alla sussidiarietà e formazione per individui e comunità competenti. L'educazione terapeutica si avvale delle indicazioni del WHO (1998) e di schede specifiche (Becchi 2011).
  • Erogazione di interventi integrati e continui. Si basa sulla integrazione istituzionale, organizzativa, professionale, famigliare, comunitaria. Le molteplici risposte che possono venire dai servizi sanitari, sociali, dalle famiglie e dalle comunità locali richiedono attività in Team multi-interprofessionale, integrazione e coordinamento e ciò richiede competenze specifiche, che oggi sono proprie della Medicina di Comunità.  
  • Analisi del profilo di salute delle comunità locali e di appropriatezza efficacia, efficienza dei servizi.       

3. Attitudini : il medico deve dimostrare comportamenti professionali che mettono realmente al centro della attenzione individui , famiglie e comunità, che valorizzano tutte le figure professionali rientranti nei percorsi di cura e assistenza. Il Medico di Comunità deve attivare gruppi di lavoro centrati sul paziente  e deve dimostrare leadership per creare le condizioni di sviluppo di team multiprofessionali. Tali condizioni sono rappresentate dalla  condivisione di obiettivi, rispetto di opinioni diverse, fiducia nelle reciproche competenze, collaborazione fra ruoli diversi, coscienza dei limiti del proprio lavoro se fatto isolatamente, riconoscimento di un coordinatore. Deve creare nel team capacità di lavorare come colleghi piuttosto che secondo la relazione superior-subordinato. Il medico di comunità deve inoltre attivare il welfare di comunità sostenendo la sussidiarietà orizzontale nella risposta ai bisogni di salute.